Cacciabombardiere derivato nel 1951 dall’ F84 Thunderjet (uno dei primi jet denominato “marmotta” per la lunga corsa di decollo), con un motore Wright J-65 e la sostituzione dell’ala dritta con una freccia di 35 gradi, diffusissimo nelle aviazioni NATO fino al 1976.
Il motore di maggiore potenza richiese un ampliamento della presa d’aria posta sul muso dell’aereo ottenuta “stirando” verticalmente l’originaria forma circolare.
Come nel Thunderjet anche nel Thunderstreak il carrello aveva una carreggiata molto ampia dovuta alla presenza di piloni per l’attacco di carichi posti vicini all’incastro delle ali con la fusoliera sia per sollecitare il meno possibile la struttura alare e sia per collocare i pesi in prossimità del centro di gravità dell’aereo.
Questa soluzione presentava anche un rovescio in quanto la carreggiata larga comportava la necessità di controllare il movimento di rollio nella fase finale dell’atterraggio e comunque sollecitava la struttura alare sempre nel caso di un atterraggio un po’ brusco.
Infine sempre la carreggiata ampia comportava qualche difficolta nel rullaggio a terra poiché il pilota aveva più difficoltà a tenere presente la posizione delle ruote (che in quasi nessun aereo può vedere) tanto che sulla superficie superiore delle ali del Thunderstreak erano presenti dei rombi verniciati bianchi in corrispondenza della collpocazione delle ruote.
Il timone orizzontale o “elevatore” del Thunderstreak non aveva parti mobili, ma era completamente inclinabile in volo per comandare la salita o la discesa dell’aereo.
Il Thunderstreak poteva anche portare una bomba atomica in uno degli attacchi alari posti vicino alla fusoliera occupando perciò la posizione normalmente utilizzata per un grande serbatoio supplementare per il carburante; in compenso poteva essere rifornito anche in volo,
Poiché sulla superficie superiore dell’ala sinistra disponeva di un ricettacolo per il ricevimento della sonda dell’aereo cisterna.
Per queste prestazioni il Thunderstreak fu in servizio anche con lo “Strategic Air Command” dell’USAF.
La sua specializzazione di cacciabombardiere non gli conferiva particolare brillantezza nella manovrabilità; ciononostante i piloti (capopattuglia capitano Mario Squarcina) della pattuglia acrobatica della 6a aerobrigata dell’aviazione militare italiana, base a Ghedi (Brescia) conseguirono successi strepitosi con questo aereo, tanto da essere invitati ad una tournee negli USA (fatto unico) dove furono messi a disposizione F84F USAF riverniciati con la livrea DIAVOLI ROSSI, aerei da trasporto e squadre di specialisti.
Il loro emblema, una testa di diavolo con ghigno aggressivo, venne creato negli anni trenta e sarebbe la caricatura di un comandante di quello stormo.
Note sull’illustrazione: i serbatoi supplementari posti agli attacchi vicini alla fusoliera indicano l’imminenza di un volo di trasferimento.
Il tettuccio del posto di pilotaggio è illustrato nella posizione chiusa, mentre nell’imminenza di un volo era normalmente tenuto aperto.
Quello del Thunderstreak si apriva sollevandosi in alto e spostandosi verso la coda.
Nella realtà il pilota toglie la bandierina rossa “remove before flight” prima di indossare il paracadute… ma all’illustratore piaceva disegnare sia la bandierina, sia il paracadute e l’elmetto di volo con la particolare decorazione a scacchi bianchi e neri, oltreché la sgargiante livrea rossa usata dai DR nel primo anno di attività, il 1957.
Hand-printed in Urbino, Italy, 2018. Print is signed and numbered by the artist. Sold unframed, please allow two weeks production and shipping time.
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